lunedì 11 marzo 2024

V grafico:riepilogo brevissimo sulla Costituzione

 

RIASSUNTO – LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA DEL 1948

Principi fondamentali e diritti e doveri del cittadino

 

La Costituzione italiana, nei suoi primi 12 articoli, esprime i principi fondamentali su cui poggia la vita dello Stato. Su tali principi fondamentali della Costituzione devono essere interpretate le norme costituzionali quindi non devono essere usate come espressioni politiche. Quelli principali sono: principi di democrazia, principio lavorista, di libertà, di eguaglianza e di pluralismo.

 

L'elenco completo dei principi fondamentali della Costituzione Italiana:

 

Democrazia – art. 1, 1° comma

Sovranità popolare – art. 1, 2° comma

Inviolabilità dei diritti – art. 2

Uguaglianza formale ed uguaglianza sostanziale – art. 3

Diritto al lavoro – art. 4

Riconoscimento delle autonomie locali – art. 5

Tutela delle minoranze linguistiche – art. 6

Libertà religiosa – art. 8

Sviluppo della cultura, della tutela ambientale e del patrimonio storico ed artistico – art. 9

Riconoscimento di collaborazioni internazionali – art. 10

Ripudio della guerra come strumento di offesa e adesione alle istituzioni sovranazionali e internazionali– art. 11

Struttura della bandiera italiana – art. 12

 

Lo Stato italiano, in quanto Stato di diritto , riconosce e garantisce a tutti i cittadini la titolarità di posizioni giuridiche attive à diritti, che essi possono far valere nei confronti di altri cittadini e delle autorità pubbliche. La Parte I della Costituzione (artt.14-54) tratta dei diritti e dei doveri riconosciuti in capo ai cittadini.

 

I diritti garantiti ai cittadini sono i diritti di libertà sia individuali che collettivi.

 

Tra i diritti individuali di libertà sono indicate le:

 

- libertà personaleà art. 13 -

-libertà di domicilio, di circolazione e di soggiornoà artt. 14, 15 e 16

- libertà di manifestazione del pensieroà art. 21

Tra i diritti collettivi di libertà sono comprese le:

- libertà di riunione à art. 17  - libertà di associazioneà art. 18 - libertà di religioneà art. 19

Tra i diritti garantiti dalla Costituzione si distinguono inoltre i diritti sociali, ovvero quelli improntati a eliminare le disuguaglianze esistenti all'interno della società, garantendo ai soggetti delle posizioni attive di pretesa nei confronti dei poteri pubblici. Essi sono:

- diritto alla salute à art. 32 - diritto all’istruzioneà art. 33 – diritti economici dei lavoratori à artt. da 35 a 40  - libertà di iniziativa economica dell’imprenditore à art. 41

 

Come contropartita ai diritti, la Costituzione individua alcuni doveri - ovvero situazioni giuridiche passive consistenti nell'obbligo di osservare determinate disposizioni o di comportarsi in un determinato modo - cui sono tenuti i cittadini e che agiscono quali limiti al godimento ed all'esercizio delle libertà. Essi sono:

- dovere di difesa à art. 52

- dovere di contribuire alle spese pubbliche à art. 53

 

 

 

 

- dovere di fedeltà alla Repubblica e di osservanza alla Costituzione.

lunedì 11 dicembre 2023

Sacco e Vanzetti

 Nella classe quinta oggi affrontiamo, come tema di educazione civica, la tragica vicenda che quasi 100 anni fa ebbe come protagonisti Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due giovani italiani immigrati negli Stati Uniti, accusati di un crimine che non avevano commesso e giustiziati sulla sedia elettrica nel 1927.

Molto illuminante il resoconto tratto dal sito dedicato ai due sfortunati anarchici, del quale riporto le parole, lasciando il link per approfondimenti al termine del post

Ferdinando Nicola Sacco nacque a Torremaggiore in provincia di Foggia il 22 aprile 1891. Emigrò in America nel 1908 a soli 17 anni. Si sposò con Rosina Zambelli e trovò lavoro in una fabbrica di calzature a Milford.

Bartolomeo Vanzetti nacque acque a Villafalletto, in provincia di Cuneo, l’11 giugno del 1888. Fece molti lavori, accettando tutto ciò che gli capitava. Lavorò in trattorie, in una cava, in un’acciaieria e in una fabbrica di cordami Conosciuto come uno spirito libero e indipendente. Nel 1919, si mise in proprio facendo il lavoro del pescivendolo fino al momento dell’arresto.

Nel 1916 Sacco e Vanzetti si conobbero ed entrarono entrambi a far parte di un gruppo anarchico italo-americano del Massachusetts. Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, entrambi insieme al gruppo anarchico fuggirono in Messico evitando la chiamata alle armi. Ritornarono negli Stati Uniti solo alla fine della guerra.

L’arresto di Sacco e Vanzetti

Nel maggio del 1920 Vanzetti organizzò un comizio, per protestare contro la morte avvenuta molto probabilmente per assassinio dell’anarchico italiano Andrea Salsedo. Insieme a Sacco fu arrestato, perché trovati in possesso di una rivoltella e di una pistola. Pochi giorni dopo furono accusati anche di una rapina avvenuta a South Braintree, un sobborgo di Boston, poche settimane prima del loro arresto. In quell’occasione furono uccisi il cassiere della ditta Slater and Morril, Frederick Albert Parmenter, e una guardia giurata, Alessandro Berardelli.

La condanna

Sacco e Vanzetti furono condannati a morte per omicidio, vittime del pregiudizio sociale e politico. Il tribunale doveva dare una rapida risposta all’omicidio e nel frattempo dare un segnale a tutti gli avversari del governo. I due italiani erano conosciuti per le loro idee politiche, anarchici e per aver partecipato a scioperi e agitazioni.

La riabilitazione

Cinquant’anni dopo, il 23 agosto del 1977, il governatore del Massachusetts, Michael s. Dukakis, emanò un proclama in cui riabilitava le figure dei due giovani dichiarando che “il processo e l’esecuzione di Sacco e Vanzetti devono ricordarci sempre che tutti i cittadini dovrebbero stare in guardia contro i propri pregiudizi […] con l’impegno di difendere sempre i diritti delle persone che consideriamo straniere per il rispetto dell’uomo e della verità”.







Per chi volesse approfondire :

Il discorso di Bart nel film di Giuliano Montaldo

La canzone con musica di Ennio Morricone interpretata da Joan Baez

La storia di Sacco e Vanzetti

La storia raccontata dall' AIVM

Wikipedia


lunedì 13 novembre 2023

Un gioco interattivo: Cross The Sea - classi VH e VD



Bastano 15 minuti, una penna e una moneta da lanciare in aria per immedesimarsi con chi attraversa il Mediterraneo. 

L’idea è della game designer Marta Ciaccasassi e dell'illustratrice Noemi Valentino per far conoscere i rischi delle traversate. Il gioco è uno strumento comunicativo importante, ma poco diffuso. Le autrici ha lanciato il gioco su Facebook in modalità free. Le ringraziamo per la disponibilità.

Proviamo a giocare!

Il gioco si può scaricare dal seguente link , oppure lo puoi visualizzare qui 

e qui

























martedì 24 ottobre 2023

La società in accomandita semplice: differenze principali rispetto alla società semplice

 Grazie a Valeria P. per aver copiato gli appunti


DISCIPLINA APPLICABILE: le norme sulla società semplice, salvo alcune variazioni;

OGGETTO SOCIALE: commerciale (attività previste dall' articolo 2195 codice civile) e non commerciale;

ATTO COSTITUTIVO: scritto, depositato al registro delle imprese, con indicazione delle 2

categorie di soci;

 

DUE DIVERSE CATEGORIE DI SOCI: a) soci accomandanti: conferiscono beni e servizi, hanno responsabilità limitata verso il creditore sociale. Tuttavia non possono amministrare. Se dovessero contravvenire al divieto di ingerenza, il codice li tratta come soci accomandatari.

b) soci accomandatari, conferiscono beni e\o il proprio lavoro (socio d’opera), possono amministrare e hanno responsabilità sussidiaria, illimitata e solidale;

CAUSE DI SCIOGLIMENTO: le stesse della società semplice e della società in nome

collettivo, più la mancanza di una delle due categorie di soci, se non viene ricostruita entro 6

mesi. 

La società in nome collettivo: differenze principali rispetto alla società semplice

Grazie a Denisa O. per aver copiato gli appunti

1)  DISCIPLINA APPLICABILE: quella della società semplice salvo alcune differenze

2) OGGETTO SOCIALE: commerciale o non commerciale

3.) ATTO COSTITUTIVO: scritto e registrato presso  il REGISTRO DELLE IMPRESE

Se non viene depositato si ha una società irregolare (SNC di nome ha con la responsabilità della

società semplice verso il creditore sociale)

4.) AMMINISTRAZIONE e RAPPRESENTANZA: come nella società semplice

5.) RESPONSABILITA’ DEI SOCI VERSO IL CREDITORE SOCIALE: come società di persone la SNC ha

una responsabilità illimitata e solidale. Il creditore sociale però deve escutere (richiedere il

pagamento) obbligatoriamente prima il patrimonio sociale, e solo se questo è insufficiente può

escutere il patrimonio dei soci. La responsabilità dei soci è quindi sussidiaria (il socio viene escusso

del suo patrimonio personale solo dopo la preventiva escussione del patrimonio sociale).

6.) CAUSE DI SCIOGLIMENTO: le stesse della società semplice, previste dall'art. 2284 più:

− il fallimento

− il provvedimento dell’autorità governativa.

lunedì 9 ottobre 2023

 Risolvi i casi con le tue conoscenze

PERSONE

Amministrazione di sostegno e inabilitazione
Nel 2001 Lucilla ha 92 anni, è vedova, vive da sola, è in buona salute ed è una persona decisa, orgogliosa, a cui piace la compagnia. Poiché l’unica figlia abita all’estero, l’anziana donna decide di farsi aiutare e assistere nelle incombenze quotidiane da una coppia di vicini di casa a cui periodicamente versa la somma concordata di lire 500.000 per i servizi resi (spesa e pulizie una volta alla settimana).
Trascorso un anno, la lira viene sostituita dall’euro e l’anziana Lucilla, abituata a utilizzare le vecchie lire, non si adatta alla nuova moneta continuando a ritenere l’euro di valore equivalente alla vecchia lira.
Lucilla, pertanto, non solo persiste nel compilare assegni mensili da 500 euro nell’erronea convinzione di corrispondere l’equivalente di lire 500.000, ma, dopo qualche tempo, decide di aumentare lo “stipendio” dei vicini badanti, iniziando a corrispondere loro la somma di 700 euro ritenendo di versare agli stessi l’equivalente di lire 700.000.
Accortasi della situazione, la figlia allarmata manifesta all’anziana madre le proprie preoccupazioni in merito all’utilizzo del denaro. Tuttavia, l’orgogliosa vecchietta permane nella propria convinzione circa l’equivalenza tra euro e lira, liquidando la figlia con un «non sei mai stata ferrata in matematica!».
Cosa può fare la figlia dell’anziana donna per porre rimedio a tale situazione? (artt. 404 ss. e 415 c.c.).
 
Responsabilità per debiti di un’associazione non riconosciuta
Il Consiglio Direttivo del Sindacato Provinciale Bancari decide di fare stampare 1.000 manifesti per la proclamazione di uno sciopero. Tizio, membro del Direttivo, ha il compito di eseguire la delibera, telefona quindi alla tipografia Alfa, la quale accetta l’ordine e procede alla stampa.
Dopo qualche settimana, la tipografia Alfa, che ha sollecitato invano il saldo da parte del Sindacato, intima a Tizio di provvedere al pagamento.
Tizio deve pagare? (artt. 38 e 1292 ss. c.c.).

 



Classe IV D: la società semplice in 12 passi

 In questi giorni stiamo studiando la disciplina della società semplice, e per rendere più agevole il ripasso in classe abbiamo schematizzato 12 punti fondamentali. Grazie a Beatrice B. di V per la collaborazione

FORMA DELL'ATTO COSTITUTIVO : può essere anche orale, a meno che non vengano conferiti beni immobili o mobili registrati per i quali è richiesta la forma scritta

MODIFICHE ALL'ATTO COSTITUTIVO : sempre assunte all'unanimità
 OGGETTO SOCIALE (tipo di attività svolta): non commerciale --> agricola, allevamento, silvicoltura, attività connesse, servizi (es: agricoltura, allevamento di cagnolini o cincillà,  fornitura di servizi alla clientela)

DISCIPLINA DEI CONFERIMENTI. I conferimenti della soceità semplice possono essere apportati secondo il rispettivo regime giuridico: 
  • in denaro: in questo caso non occorre nessuna formalità particolare, essendo il denaro un bene liquido per natura
  • in natura: per apportare beni in natura occorre una perizia giurata firmata da un esperto indipendente iscritto all'albo dei periti del Tribunale che ne accerti il valore
  • in crediti: se il socio vuole conferire un suo credito verso un terzo suo debitore, deve garantire la solvibilità del debito. Si parla di cessione pro solvendo, in cui il creditore deve adempiere al debito verso la società in caso in cui il suo debitore non soddisfi l'obbligazione promessa.
  • in attività lavorativa: solo nelle società di persone, si parla di socio d'opera per indicare il socio che anziché conferire beni e servizi, conferisca la propria attività lavorativa. 
IL TOTALE DEI CONFERIMENTI COSTITUISCE IL CAPITALE SOCIALE DELLA SOCIETA' E IN BASE AI CONFERIMENTI SI STABILISCONO LE QUOTE DI CIASCUN SOCIO - IL CAPITALE SOCIALE E' IL MINIMO AGGREDIBILE DAI CREDITORI SOCIALI
 TIPI DI AMMINISTRAZIONE
Amministrare significa assumere decisioni interne alla società. Secondo il codice civile, nella società semplice esistono 3 tipologie di amministrazione
  • DISGIUNTIVA: secondo l'art. 2257 c.c. i soci possono prendere decisioni da soli, senza consultare gli altri soci. Se i soci dissentono, possono esercitare il loro veto, opponendosi alla decisione, ma solo se l'atto disgiuntivamente compiuto dal socio non abbia ancora raggiunto i suoi effetti. Se nell'atto costitutivo non c'è nessun indicazione del tipo di amministrazione, per il codice va applicata l'amministrazione disgiuntiva.
  • CONGIUNTIVA:  i soci decidono sempre all'UNANIMITA'  per tutti i tipi di atto; possono anche decidere A MAGGIORANZA. Tali indicazioni devono essere contenute nell'atto costitutivo.
  • MISTA:  per gli atti di ordinaria amministrazione i soci decidono disgiuntivamente, mentre per gli atti più importanti di straordinaria amministrazione, decidono all'unanimità
 POTERE DI RAPPRESENTANZA: nella società semplice spetta a tutti i soci, salvo che nell'atto costitutivo non venga indicato un socio delegato ai rapporti di rappresentanza verso i terzi. Ricordiamo che il rappresentante possiede una PROCURA, atto unilaterale che giustifica ai terzi il suo potere di rappresentanza

RAPPORTI DEI SOCI CON IL CREDITORE SOCIALE - BENEFICIO DI ESCUSSIONE
La società semplice, come le altre società di persone, non gode di autonomia patrimoniale perfetta, pertanto  i  soci di una società semplice possono essere chiamati a rispondere delle obbligazioni sociali anche con il proprio patrimonio personale. 
Il creditore può rivolgersi per il pagamento prima al patrimonio sociale, oppure rivolgersi ad uno qualsiasi dei soci - di solito quello più solvibile - e chiedergli i adempiere il suo debito attraverso il proprio patrimonio personale. 
Es: A, B, C, sono soci di una società semplice. Il creditore sociale F chiede ad A di pagare il debito sociale di 2500 euro con il suo patrimonio personale. Se il socio A non vuole pagare, può avvalersi del BENEFICIO DI ESCUSSIONE secondo l'articolo 2268 c. civ.
Che cos'è? Il socio escusso --> richiesto del pagamento, può chiedere di verificare la consistenza del patrimonio sociale, indicando i beni facilmente liquidabili in esso presenti. 
Tuttavia, se il patrimonio sociale è insufficiente o mancante, il socio escusso (A nel nostro esempio) non può sottrarsi, e deve pagare con il proprio patrimonio. Una volta adempiuto il debito sociale, il socio che ha pagato, eserciterà AZIONE DI REGRESSO verso gli altri soci, condebitori solidali, secondo le quote possedute.

CREDITORE PARTICOLARE DEL SOCIO
Si tratta del creditore personale del singolo socio, per cause debitorie estranee alla società di cui fa parte. Esempio: il socio B non paga l'affitto della casa in locazione e il suo locatore Z lo cita in guidizio per inadempimento. Il creditore particolare può ottenere dal giudice civile 2 cose:
- farsi imputare gli utili spettanti al socio fino alla concorrenza dell'ammontare che gli spetta
- chiedere la liquidazione della quota del socio suo debitore, se il debito è ingente

 DIRITTO AGLI UTILI E ALLE PERDITE
Tutti i soci hanno diritto di partecipare agli utili o alle perdite. Essi godono della massima libertà nella determinazione della parte a ciascuno spettante e non è necessario che la ripartizione sia proporzionale ai conferimenti. Il solo limite è rappresentato dal divieto di patto leonino, VEDI L'ART. 2265 C CIV.



 CAUSE DI SCIOGLIMENTO DELLA SOCIETA' SEMPLICE
Costituiscono cause di scioglimento della società semplice, ai sensi dell'art. 2272 c.c:
  • il decorso del termine di durata stabilito nell'atto costitutivo;
  • il conseguimento dell'oggetto sociale o la sopravvenuta impossibilità di conseguirlo;
  • la volontà dei soci;
  • le altre cause di scioglimento previste nei patti sociali.
ALLO SCIOGLIMENTO, SEGUE LA LIQUIDAZIONE

GLI AMMINISTRATORI SI TRASFORMANO IN LIQUIDATORI, e non possono iniziare NUOVE OPERAZIONI

Oppure, in  caso di scioglimento può essere nominato un liquidatore che provvede a riscuotere i crediti residui, pagare i debiti residui, liquidare la società ripartendo il patrimonio residuo fra i soci e, al termine della liquidazione, chiedere la cancellazione dal registro delle imprese.

La fase di liquidazione può essere evitata qualora, al verificarsi della causa di scioglimento, non esistano debiti sociali ed i soci decidano di ripartirsi direttamente l’eventuale patrimonio sociale residuo in proporzione alle rispettive quote, anche mediante assegnazioni dei beni residui. 
 CAUSE DI SCIOGLIMENTO DEL RAPPORTO SOCIALE LIMITATAMENTE A UN SOCIO


Lo scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un socio può avvenire in tre distinte ipotesi:

  • morte del socio -->Il caso della morte del socio è disciplinato dall’art. 2284 c.c., secondo cui L quota del socio defunta viene trasmessa agli eredi. Se i soci superstiti vogliono, possono liquidare la quota agli eredi 
  • recesso del socio  --> il recesso è una decisione unilaterale e recettizia , deve essere cioè comunicata ai soci. Ogni socio può recedere dalla società quando questa è contratta a tempo indeterminato o per tutta la vita di uno dei soci.

    Può inoltre recedere nei casi previsti nel contratto sociale ovvero quando sussiste una giusta causa.

    Nei casi previsi nel primo comma il recesso deve essere comunicato agli altri soci con un preavviso di almeno tre mesi


  • esclusione del socio --> l’esclusione del socio può avvenire per volontà degli altri soci, o  di diritto.

    Nel primo caso, ovvero l’esclusione per volontà degli altri soci, ci possiamo riferire a quanto affermato dall’art. 2286 c.c., mentre l'esclusione di diritto avviene quando un socio "FALLISCE" (subisce la liquidazione giudiziale) in altra società di cui sia parte.

    L’esclusione di un socio può avere luogo per gravi inadempienze delle obbligazioni che derivano dalla legge o dal contratto sociale, nonchè per l’interdizione, l’inabilitazione del socio o per la sua condanna ad una pena che importa l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici.

    Il socio che ha conferito nella società la propria opera o il godimento di una cosa può altresì essere escluso per la sopravvenuta inidoneità a svolgere l’opera conferita o per il perimento della cosa dovuto a causa non imputabile agli amministratori.

    Parimenti può essere escluso il socio che si è obbligato con il conferimento a trasferire la proprietà di una cosa, se questa è perita prima che la proprietà sia acquistata alla società.





I briganti: chi erano? Classi V

 

I briganti: chi erano?


Il fenomeno del brigantaggio si sviluppò prevalentementenell’Italia meridionale continentale tra il 1861 e il 1865 e si arricchì anche di motivazioni politiche causate da nostalgie borboniche.

È necessario chiarire come prima cosa che il brigantaggio non fu un fenomeno che interessò la parte meridionale della nostra penisola solo dopo l’Unità, ma fu un fenomeno dovuto in primo luogo all’arretratezza generale di quelle regioni, che impensierì in modo notevole anche la dinastia borbonica.

 In pratica tutte le province del regno (ed in particolare Calabria, Abruzzo, Molise, Campania e Basilicata) diventano lo scenario di una guerriglia sanguinosissima che vede contrapposto l’esercito regio (composto principalmente bersaglieri e guardie civiche) a bande di irregolari.



La lotta al brigantaggio è da considerarsi come la prima guerra civile italiana, come sostiene lo storico Giordano Bruno Guerri  ne Il sangue del Sud”?

Secondo Alessandro Barbero, che qualche anno fa con altri storici e saggisti ha partecipato ad un dibattito proprio sul brigantaggio, la risposta alla suddetta domanda è negativa in quanto, come sostiene il medesimo, nel Sud esisteva una classe borghese fedele allo stato unitario. Decine di migliaia di meridionali fuggirono al Nord dopo il 1848 e a Torino se ne contarono circa 7.000. C’era anche una Guardia Nazionale formata da meridionali che combatté i briganti.

Queste ultime, guidate da briganti come Carmine Crocco Giuseppe o Nicola Summa detto Ninco Nanco combattono nel nome della monarchia assoluta di Francesco II ma, con questo pretesto, si rendono spesso protagonisti di furti e razzie che non hanno nulla di politico contro la classe dei “galantuomini” (cioè la borghesia di villaggio e i proprietari terrieri), che è oggetto di violenze e grassazioni sulla base di una sua adesione alla causa sabauda più presunta che reale.

Le forze italiane, d’altro canto, si trovano a fronteggiare la guerriglia di bande sempre più numerose, ben armate (grazie ai finanziamenti che giungono dai Borbone e dall’Internazionale legittimista) e con una conoscenza del territorio molto superiore. Questo fa sì che l’esercito regio “piemontese” subisca un numero considerevole di perdite e che il nervosismo degli alti comandi si traduca quindi in una politica di ritorsioni che, molto spesso, non fa differenza tra briganti e semplici contadini, donne o minori. Interi villaggi sono interamente distrutti e gran parte dei loro abitanti giustiziati senza processo: molti ufficiali italiani, oltretutto, non fanno nulla per nascondere il loro odio verso le plebi meridionali e si rendono protagonisti di politiche assolutamente comparabili a quelle degli eserciti europei impegnati, negli stessi anni, nelle guerre di conquista del continente africano. Queste misure evidentemente contrarie non solo allo Statuto Albertino ma alla stessa natura “liberale” con cui il Regno di Sardegna si era proposto come realizzatore dell’ideale risorgimentale, riescono tuttavia a debellare in circa cinque anni il brigantaggio, complice anche la fine dei finanziamenti provenienti dalla corte borbonica e l’accettazione, da parte di tutte le potenze europee, del nuovo Stato italiano.

.

 Il “brigante” diviene un archetipo utile a esplorare e rappresentare i processi di lotta, i rapporti di forza tra dominanti e dominati, ma anche un’occasione per parlare di oblio, memoria e storia a cavallo fra passato e presente.

 


 

Riferimenti bibliografici:

Giordano  Bruno Guerri, il Sangue del sud (Mondadori, Milano, 2010)

Alessandro Barbero, Brigantaggio, una guerra italiana https://www.youtube.com/watch?v=KYOPMNsn_CI

https://www.camillocavour.com/

wikipedia

weschool

 


venerdì 22 settembre 2023

Classe V Educazione civica: percorsi di Visual Thinking Strategies

 Iniziamo un percorso di Visual Thinking Strategies, unendo lo studio dell'educazione civica all'arte.

Lo Statuto Albertino e lo Stato liberale

Lo Statuto Albertino è stato la prima costituzione del Regno di Sardegna, poi estesa al neonato Regno d’Italia. Venne promulgatoda re Carlo Alberto il 4 marzo 1848 .

Lo Statuto Albertino fu concesso il 4 marzo 1848 dal re di Sardegna Carlo Alberto ai sudditi. In quanto testo normativo fondamentale degli Stati sabaudi è redatto in due esemplari, uno in lingua italiana, l’altro in francese (le due lingue ufficiali del Regno: italiano in Piemonte, Liguria, Sardegna, Lomellina, Nizza; francese in Savoia e Valle d’Aosta).


Promulgato quale “legge fondamentale, perpetua ed irrevocabile della Monarchia”, nei suoi 84 articoli esso agli articoli 24-32 riconosce, per iscritto, alcuni diritti fondamentali dei “regnicoli” ed elenca, sempre per iscritto (cosa più importante di quanto possa sembrare a prima vista), i loro principali doveri nei confronti dello Stato.

Gli altri articoli dello Statuto riguardano invece: i principi fondamentali del governo monarchico rappresentativo (articoli 1-23); le norme riguardanti i poteri dello Stato, dal legislativo all’esecutivo al giudiziario (articoli 33-73); alcune disposizioni generali e transitorie.

Tra le costituzioni emanate negli Stati italiani negli anni 1848-1849, lo Statuto fu l’unico sopravvissuto agli eventi di tale biennio e al momento dell’unificazione fu esteso ai territori entrati a far parte del neonato Regno d’Italia.

In Italia rimase in vigore come carta costituzionale  fino al 1 gennaio 1948, quando venne sostituito dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

Mentre nell’Europa si affermavano, già dalla fine del XV secolo, gli Stati nazionali, l’Italia fino a metà Ottocento continuò ad essere debole e frammentata in piccoli Stati che spesso erano in lotta tra loro. Fra gli intellettuali italiani cominciarono a diffondersi degli ideali liberali e progetti di unificazione. E’ il periodo storico conosciuto come Risorgimento che vide la partecipazione attiva di uomini politici come Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo, Vincenzo Gioberti, Giuseppe Garibaldi e Camillo Benso di Cavour.

 

Il 1848 segnò, in Italia, un momento di svolta decisivo perché i sovrani, travolti dalle insurrezioni polari furono costretti a concedere le Costituzioni. Nel 1848 il re Carlo Alberto concesse lo Statuto Albertino ai sudditi del Regno di Sardegna e nel 1861 cominciò il processo di unificazione dell’Italia, dopo l’annessione della Lombardia, delle Marche, dell’Umbria, del Regno delle Due Sicilie e degli altri Stati dell’Italia centrale, fatta eccezione per lo Stato Pontificio.

 

Il Regno di Sardegna divenne ufficialmente Regno d’Italia con a capo Vittorio Emanuele II di Savoia. Al nuovo Stato venne esteso lo Statuto Albertino che enunciava le libertà fondamentali degli individui e creava le premesse per una monarchia costituzionale. Lo Statuto Albertino era una Costituzione scritta, concessa dal re senza nessuna consultazione democratica, era flessibile cioè modificabile con una legge ordinaria e breve perché era composto da soli 84 articoli che si limitavano a regolare i rapporti fra Stato e cittadini e a definire l’ordinamento dello Stato. Con lo Statuto Albertino venivano riconosciute le libertà fondamentali del cittadino ossia la libertà di stampa e di opinione, la proprietà privata, il diritto di uguaglianza.

 Era solo un riconoscimento formale perché, ad esempio, il suffragio era ristretto riconoscendo il diritto di voto al 2% della popolazione. Per quanto riguarda la libertà religiosa, lo Statuto riconosceva la religione cattolica come religione di Stato, dichiarando di “tollerare” le altre religioni.

 Lo Statuto albertino pose le basi per uno Stato liberale e monarchico prevedendo la separazione dei poteri ma attribuendoli tutti al re che li esercitava congiuntamente con gli altri organi costituzionali. Il potere legislativo era esercitato dal re e dal Parlamento formato dalla Camera dei deputati e dal Senato ma il re manteneva diritto di veto sulle leggi approvate dalle Camere. Il potere esecutivo spettava esclusivamente al re che nominava e revocava i ministri secondo il proprio volere. Il potere giurisdizionale competeva alla Magistratura i cui funzionari erano nominati dal re ed amministravano la giustizia in suo nome.

Ecco alcune immagini che "testimoniano" gli avvenimenti del passato.


Carlo Alberto firma lo Statuto Albertino


Ritratto di Carlo Alberto, Museo del Risorgimento di Roma


Maria Teresa di Lorena, moglie di Carlo Alberto,
autore Pietro Benvenuti, Castello di Racconigi







giovedì 21 settembre 2023

IL CODICE CIVILE: INTRODUZIONE PER LA CLASSE TERZA

 Ecco un breve video realizzato con Powtoon,per spiegare brevemente il codice civile, strumento indispensabile per lo studio del diritto civile di quest'anno.

V grafico:riepilogo brevissimo sulla Costituzione

  RIASSUNTO – LA COSTITUZIONE REPUBBLICANA DEL 1948 Principi fondamentali e diritti e doveri del cittadino   La Costituzione italiana, n...